Storia e Origini del Palazzo dei Mutilati

Percorrendo Via Nuova, a sinistra della porta che immette su Piazza Brà, lungo le mura che cingevano la città, scorreva l'Adigetto. Negli anni trenta, con l'espansione dell'abitato, il panorama si è trasformato in breve. L'Adigetto è stato coperto, anche se il vecchio ponte tra Via Marconi e il retro del Palazzo dei Mutilati è ancora là a testimoniare il passato; gli edifici sono sorti e si è aperta una via sul letto del fiume.

In faccia alla strada la Sezione di Verona dell'Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra – A.N.M.I.G. -, raccolti i fondi necessari con il contributo di Enti Pubblici, di Enti Privati e di numerosissimi cittadini benefattori e le donazioni degli stessi Mutilati e Invalidi, edificò la propria Casa su terreno commutato con il Comune di Verona con un altro avuto in dono dal Consorzio Canale Camuzzoni.


La Casa è formata da un piano seminterrato, pianoterra, primo e secondo piano. La posa della prima pietra, ancora oggi riconoscibile in quanto di colore rosato e con scolpito lo stemma dell'Associazione, risale al maggio del 1933.

Fù donata dai Mutilati ed Invalidi della Grande Guerra di Sant'Ambrogio, che la portarono su un carro per Via Cavour e Via Roma. È visibile sull'angolo esterno in basso a sinistra della facciata principale. La data dell'inaugurazione del Palazzo, cui è stata data grande rilevanza, è del 16 settembre 1934. A tutt'oggi è testimonianza ed esempio di architettura razionalista tra i più importanti per interesse e stato di conservazione non solo della città ma della stessa Regione Veneto. La Casa infatti oltre a una integrità strutturale, difesa con grossi sforzi e una sorte storica favorevole, offrea alla visita nei vari locali, degli interni perfettamente mantenuti. Tutti i mobili, anch'essi ideati dall'Architetto Francesco Banterle, sono stati realizzati in radica e conservano ancora i tessuti originali.

Nell'ultimo periodo bellico la Casa del Mutilato è stata requisita dal comando Americano nella città, che ne ha fatto la propria sede, rispettandone il contenuto. Negli anni cinquanta poi, il primo Presidente della Sezione veronese dell'Associazione, Prof. Antonio Girelli, invitò tramite il giornale L'Arena gli artisti locali a donare alcune opere per abbellire gli uffici della Sezione. Pittori locali risposero all'invito donando le loro opere, tutt'ora esposte.

Sempre negli uffici del primo piano si trovano gli archivi dove sono catalogati documenti di migliaia di veronesi, che avendo combattuto nelle due guerre mondiali, hanno riportato invalidità permanenti e che, proprio a causa di queste, sono stati seguiti per l'ottenimento delle pensioni di guerra, l'inserimento nel lavoro e il sostenimento attraverso borse di studio per i figli. In ognuna delle cartelle individuali sono conservati il foglio matricolare con il percorso militare, la descrizione del luogo e della data dell'invalidità, le conseguenze relative, la prigionia ed il rimpatrio.

Nel 1956 l'unico intervento strutturale al Palazzo. E' stato fattauna sopraelevazione di quella che era chiamata la rotonda, un'ampia terrazza semi circolare situata al primo piano sopra al salone delle conferenze – Sala A. Girelli – nella zona retrostante l'edificio. La facciata anteriore, adorna di un balcone di marmo che sormonta un grande portone d'accesso ha visibile centralmente in alto sotto il tetto la scultura della vittoria alata. Le due statue ai lati del portone, opere di Ruperto Banterle, fuse nel bronzo nel 1960 ma originariamente scolpite in un blocco di pietra galina di Quinzano, rappresentano il sacrificio del soldato morente per la Patria, la fratellanza del commilitone che lo sorregge e la memoria di quanto vissuto quale monito per la ricerca della pace come unica degna arma di confronto tra i popoli.


Sala "Antonio Girelli"

La Sala convegni è dedicata al Prof. Antonio Girelli – 1894/1970 – Presidente della Sezione veronese Anmig fino al 1967. Sotto la Sua presidenza viene edificata la Casa del Mutilato, inaugurata il 16 settembre 1934. La Sala è formata al piano terra da un anti-salone e dalla Sala stessa che ha una capienza di 170 posti a sedere. Le sedie sono tutte in legno originale. Questa sul fondo si apre in una semicirconferenza con un tavolo oratori. La lunghezza di questa di parete finale è suggellata da 6 porte-finestre incastonate da una struttura lignea finemente lavorata in alabastro la parte interna e vetri verso l'esterno. I materiali e la struttura donano all'ambiente una particolare plusvalenza per una meravigliosa acustica. Nella Sala, unica nel suo genere, sono periodiche le conferenze e riunioni assembleari dell'Anmig, ma si tengono anche conferenze di natura culturale e storica.